2014


SABATO 4 OTTOBRE  2014

QUANDO IL CORPO PRENDE/PERDE LA PAROLA

“ Il cor­po del dis­cor­so ipocon­dri­a­co mi appare il testo vivente, stam­pa­to in carat­teri dif­fi­cili da decifrare (ß?), di un dis­tur­bo del­la relazione – qui nel doppio sen­so di reso­con­to e di legame – con l’oggetto…

Il paziente ipocon­dri­a­co riv­ive nel trans­fert il trau­ma di una coscien­za ‘cadu­ta’. Se è esil­ia­to nel suo corpo/Io, quel­lo che si può fare è dar­gli ospi­tal­ità, aiu­tar­lo a reis­criver­si in un ordine sim­bol­i­co, in una lin­gua con­di­visa. Per questo tro­vo preziosa l’immagine dell’esiliato, per­ché obbli­ga a con­sid­er­are che l’ipocondria è un prob­le­ma tra ‘cul­ture’ diverse, tra più soggetti”

(G. Civ­itarese, La vio­len­za delle emozioni, Raf­fael­lo Corti­na Edi­tore, Milano, 2011)

“Il meto­do analiti­co offre l’opportunità che un even­to orig­i­nario conosci­u­to come somati­co da parte dell’uno, si riat­tual­izzi e ven­ga con­tes­tual­mente conosci­u­to come psichico da parte dell’altro, ren­den­do vis­i­bili con­tem­po­ranea­mente le due fac­ce del­la stes­sa realtà umana che deno­mini­amo psiche-soma”

( Car­la De Tof­foli, Psi­co­so­ma, Riv­ista di Psi­coanal­isi 3.2001, Bor­la Edi­tore, Roma)

SEMINARIO TEORICO CLINICO

Dr. Giuseppe Civ­itarese, Psichi­a­tra, Psi­coanal­ista SPI e IPA Pavia

ASSOCIAZIONE ARPA VIA UBERTI 53 CESENA

9:30 ‑12:30 ; 14:30 – 17:00

 

FINESTRE SUL CAMPO

CORSO SEMINARIALE

“ La psi­coanal­isi è un proces­so che allarga il cam­po che esplo­ra” (W.R.Bion)

“Ci saran­no squar­ci nel­lo spazio/ che diano su un’altra parte…” (F. Pessoa)

“Se una paziente rac­con­ta del­la figlia che non tollera di essere toc­ca­ta, di un figlio più pic­co­lo che ama la tenerez­za, di un padre che non è aut­en­ti­ca­mente disponi­bile, poi di un’amica molto depres­sa che ha un ami­co furioso per­ché è sta­to las­ci­a­to dal­la moglie e poi di un film vis­to alla tele­vi­sione in cui un mar­i­to tra­di­to ha ten­ta­to di uccidere la moglie ecc., sta descriven­do quali sono le emozioni pre­sen­ti nel cam­po attuale (cor­si­vo nos­tro): esse potreb­bero essere rac­colte in un’interpretazione di trans­fert, ma sarebbe come portare in tavola, cru­da, tut­ta la spe­sa del­la set­ti­mana, inclusi i cibi surgelati.

Il cam­po con­sente di descri­vere, rac­cogliere, rag­grup­pare queste emozioni, chiaren­dole, focal­iz­zan­dole, usan­do i per­son­ag­gi come ‘presina’ per accostar­si a con­tenu­ti scot­tan­ti, pur nel­la certez­za del­lo psi­coanal­ista che la comu­ni­cazione del­la paziente è un dif­frat­togram­ma del­la situ­azione attuale del cam­po, i cui ingre­di­en­ti in atte­sa di focal­iz­zazione, trasfor­mazione, diges­tione, han­no atti­nen­za con: l’intollerabilità al con­tat­to…, zolle di teneri sen­ti­men­ti in svilup­po, con­teni­tori occlusi, furia e rab­bia, gelosie, assas­si­ni ecc.”

(A.Ferro, Impli­cazioni cliniche del pen­siero di Bion, in AA.VV Sognare l’analisi, Bol­lati Bor­inghieri, Tori­no, 2007)

“Dopo aver abban­do­na­to un pun­to di vista topo­logi­co e geneti­co, dob­bi­amo las­cia­re anche il pun­to di vista pura­mente dinam­i­co a favore di un ver­tice cineti­co. Il par­a­dig­ma di cam­po non com­por­ta tan­to con­cetti di forza o di poten­za, quan­to quel­lo di ‘energie’ con­cepite non in ter­mi­ni di forze vet­to­ri­al­iz­z­abili, ma di impul­si che impli­cano il con­cet­to di propagazione, di espansione”.

(F. Corrao,1994)

“Ogni ricer­ca psi­coana­lit­i­ca è fon­da­men­tal­mente un’avventura, è un andare all’incontro con ciò che  non si conosce. Ma ciò che non si conosce non coin­cide con ciò che è invisibile.

L’incontro analiti­co crea uno spazio per sen­tire, per pen­sare, per fan­tas­ti­care, ma occorre anche che questo sapere fac­cia parte di un movi­men­to di scam­bio, un co-nascere attra­ver­so una trasmis­sione ten­den­zial­mente plastica.

L’avventura psi­coana­lit­i­ca, fat­ta di pause, silen­zi e di un cer­to ‘cli­max’ che insieme con­tribuis­cono a dare vita e strut­tura al logos, com­por­ta anche l’idea di vis­itare: lo spazio men­tale (l’interiorità) può esistere solo se il mon­do inter­no è per­cepi­to come vol­ume (tridi­men­sion­al­ità vissuta)

(Salomon Resnik)

“Espos­to a un mon­do impreved­i­bile l’uomo sarebbe un pesca­tore bisog­noso di ver­ità: un pesca­tore di ‘pen­sieri-pesci’, inizial­mente sen­ti­ti come estranei ‘pen­sieri-mostri’; l’uomo-pescatore dispone di una rete (la sua attrez­zatu­ra lin­guis­ti­ca e di pen­siero) debole e inadegua­ta, talo­ra piena di buchi attra­ver­so i quali i pen­sieri-mostri pos­sono entrare minac­ciosi: le cica­tri­ci psi­cotiche (Gabur­ri, 1993); talal­tra del tut­to pri­va di varchi, per­ché trop­po orga­niz­za­ta in ter­mi­ni razion­ali intorno alla realtà sen­so­ri­ale-sen­suale o alle teorie assunte come ide­olo­gie, o parole addomesticate”

(E.Gaburri, Intro­duzione in Emozione e Inter­pre­tazione, Bol­lati Bor­inghieri, Torino,1997)

PROGRAMMA DEL CORSO

 

Saba­to 1  Febbraio

Finitez­za e sen­so dell’infinito nell’esperienza psicotica

Lui­gi Boc­cane­gra, Psichi­a­tra, Psi­coanal­ista SPI, Venezia

 

Saba­to 29 marzo

Quan­do il cam­po si ammala, l’impasse nel­la relazione analitica

Ele­na Moli­nari, Psi­coanal­ista, SPI, Pavia

 

Saba­to 10 maggio

Il cor­ag­gio dell’analista. Esser­ci o non esser­ci questo è il problema

Raf­faele Dioni­gi, Psi­coanal­ista, Cesena

 

Saba­to 4 ottobre

Quan­do il cor­po prende/perde la parola

Giuseppe Civ­itarese, Psichi­a­tra, Psi­coanal­ista SPI, Pavia

 

LA TELA DI PENELOPE

Stili di sab­o­tag­gio nel­la relazione psicoterapeutica

Cor­so teori­co – clinico

Nel lavoro psi­coter­apeu­ti­co quo­tid­i­ana­mente abbi­amo a che fare con orga­niz­zazioni difen­sive del­la mente “coal­izioni di ogget­ti interni” (Grot­stein 2004) che attac­cano insieme il paziente quan­do vi è un pro­gres­so, o sem­plice­mente la mes­sa in atto di un ten­ta­ti­vo di pro­gres­so, nel­la vita o nel­la analisi.

Ognuno elab­o­ra un pro­prio stile incon­scio di sab­o­tag­gio che non rap­p­re­sen­ta solo una resisten­za o una dife­sa ma un vero e pro­prio aspet­to scis­so del­la per­son­al­ità che si orga­niz­za cre­ati­va­mente dotan­dosi di vita pro­pria a dis­capi­to delle altre com­po­nen­ti vitali del Sé

E’ alla ricer­ca di questi stili e di come essi si man­i­fes­tano all’interno del­la relazione ter­apeu­ti­ca che, in con­ti­nu­ità con il cor­so prece­dente sulle “orga­niz­zazioni pato­logiche di per­son­al­ità”, si svilup­pa il cor­so teori­co clin­i­co “La tela di Pene­lope” che quest’anno l’Associazione ARPA  orga­niz­za e propone.

Così Bion descrive l’oggetto invidioso:

“Un Super –io a mala pena dota­to di alcune delle carat­ter­is­tiche di ciò che in psi­coanal­isi si intende per Super-io, è piut­tosto un ‘Super’ Io, (sot­to­lin­ea­tu­ra nos­tra) è un’asserzione invidiosa di supe­ri­or­ità morale fat­ta sen­za alcu­na morale. Ogget­to che tro­va tut­to sbaglia­to, che odia ogni nuo­vo svilup­po del­la per­son­al­ità come se si trat­tasse di un rivale da distruggere.

La fun­zione di questo ‘Super’ Io sem­bra essere quel­la di con­ser­vare il potere di sus­citare colpa”

(Bion, 1962).

Altro con­cet­to fon­da­men­tale  è quel­lo di “bas­tione” introdot­to da Baranger e Baranger (1961–1962):

“Non cre­di­amo che esis­tano anal­iz­zan­di privi di bas­tioni e rite­ni­amo che il metro di suc­ces­so di un’analisi dipen­da in gran parte dal­la misura in cui essi han­no accetta­to di anal­iz­zare i pro­pri bas­tioni cioè han­no potu­to toller­are di perder­li, per­den­do con essi le sog­gia­cen­ti fan­tasie di onnipoten­za, con il ris­chio di rimanere in balia dei persecutori…”

Il bas­tione riman­da ad un “ set­tore scis­so e preser­va­to del­la vita dell’analizzando che entra brus­ca­mente nel cam­po dell’analisi, dopo un lun­go proces­so prepara­to­rio e in modo cor­re­la­to, nel cam­po totale del­la sua espe­rien­za, dap­pri­ma all’interno di un vis­su­to cat­a­strofi­co e, in segui­to, sen­ti­to come un pro­fon­do arricchimento”

“La fun­zione del con­tenu­to killer è quel­la di bloc­care il pos­si­bile svilup­po di sig­ni­fi­cati orig­i­nali, ma anche di met­tere alla pro­va la cop­pia ana­lit­i­ca, por­tan­dola in situ­azioni estreme, in cui fun­zioni ed emozioni aut­en­tiche, ma non facil­mente toller­a­bili, di ognuno dei due parte­ci­pan­ti del­la cop­pia, non più com­ple­ta­mente fil­trate dal ruo­lo, ven­gono forzate a venir fuori”

Si trat­ta di “ inevitabili con­fig­u­razioni del­la cop­pia ana­lit­i­ca che si pre­sen­tano in ogni ter­apia, di cor­ren­ti che la attra­ver­sano. Situ­azioni impor­tan­ti per­ché il ris­chio che si crea, e che va in parte accetta­to, è quel­lo del­la perdi­ta di iden­tità del­lo psi­coanal­ista. E’ come se le sue fun­zioni analitiche dovessero entrare in clan­des­tinità, e ques­ta forse è una delle com­po­nen­ti del­la capac­ità del negativo.

La pos­ta in gio­co è evitare che ven­ga uccisa la pos­si­bil­ità di evoluzione, di cresci­ta del­la relazione e quin­di degli ele­men­ti psi­coanaliti­ci coinvolti”

(F. Maz­za­cane, L’analista e i con­tenu­ti killer, in AA.VV. Sognare l’analisi, Bol­lati Bor­inghieri, Tori­no 2007)

“Il paziente che annoia sta cer­can­do di man­tenere il con­trol­lo onnipo­tente sul­la sua realtà inter­na attra­ver­so un con­trol­lo osses­si­vo del lin­guag­gio e del mate­ri­ale. Il suo rac­con­to è uno spazio piet­ri­fi­ca­to dove non suc­cede niente…

Nel­la dife­sa  mani­a­cale il paziente sente il bisog­no di con­ge­lare ogni pos­si­bil­ità che pos­sa accadere qual­cosa. Ecco per­ché io esten­do il con­cet­to di Win­ni­cott per pos­tu­lare che il paziente che ci affligge con una nar­razione noiosa non per­me­tte al lin­guag­gio e alla metafo­ra di elab­o­rare o di cam­biare la sua espe­rien­za. Egli crea uno spazio di dis­cor­so dove lui e l’analista sono entram­bi par­al­iz­za­ti dal­la tec­ni­ca del rac­con­to, nonché dal­la monot­o­nia e dal carat­tere ripet­i­ti­vo dei suoi contenuti”

(Masud R. Khan, Sag­gio intro­dut­ti­vo a Fram­men­to di un’analisi, di D.W. Win­ni­cott, Il Pen­siero Sci­en­tifi­co Edi­tore, Roma, 1981)

ARTICOLAZIONE DEL CORSO

Il cor­so si arti­co­la in una serie di incon­tri mart­edì (dalle ore 20 alle ore 23,15) e saba­to (dalle ore 9 alle ore 13) per un totale di 40 ore.

PROGRAMMA E TEMI TRATTATI

Mart­edì  21 gen­naio:         Introduzione

Mart­edì  18 feb­braio:        I con­tenu­ti killer

Mart­edì  18 mar­zo:           Bugia e malafede

Mart­edì  15 aprile:            La noia. Il paziente che addormenta

Mart­edì  20 mag­gio:         Il dis­a­gio del/nel corpo

Mart­edì  17 giug­no :         Pau­ra del benessere, pau­ra di guarire

Mart­edì  16 set­tem­bre:     Azioni terroristiche

Mart­edì   21 otto­bre:        L’esperienza del­la vergogna

Mart­edì  18 novem­bre:     Sguar­di clinici

Mart­edì  16 dicem­bre:      L’intervento ter­apeu­ti­co. Conclusioni

Saba­to 25 gennaio

Saba­to 5 aprile                 Mod­el­li clin­i­ci a confronto

Saba­to 7 giugno

Rela­tore e con­dut­tore del cor­so: Dr. Raf­faele Dioni­gi, psi­coanal­ista, Cesena.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

F. Maz­za­cane, L’analista e i con­tenu­ti killer, in AA.VV. Sognare l’analisi, Bol­lati Bor­inghieri Edi­tore, Tori­no, 2007

Willy e Madeleine Baranger, La situ­azione psi­coana­lit­i­ca come cam­po biper­son­ale, Raf­fael­lo Corti­na Edi­tore, Milano, 1990.

Joyce Mc Dougall, Teatri del cor­po, Raf­fael­lo Corti­na Edi­tore, Milano, 1989.

Masud. R. Kahan, sag­gio intro­dut­ti­vo a Fram­men­to di un’analisi di D.W. Win­ni­cott, Il pen­siero Sci­en­tifi­co Edi­tore, Roma 1981.

G. Mar­i­ot­ti, Pau­ra del benessere pau­ra di guarire, dif­feren­ziare l’angoscia, Gli Arg­onau­ti 134, set­tem­bre 2012.

L. Caparrot­ta, La ver­gogna edipi­ca, Riv­ista di Psi­coanal­isi 2/2005.

F. Munari, M.Scala, Sig­ni­fi­ca­to e fun­zioni del­la ver­gogna, Riv­ista di Psi­coanal­isi 1/1995.

F.  De Masi, Strate­gie psichiche ver­so annien­ta­men­to, Riv­ista di Psi­coanal­isi 4/1996.

F. De Masi, Una nota sul ter­ror­is­mo con­tem­po­ra­neo, Psiche 1/2006.

 

SABATO 10 MAGGIO  2014

IL CORAGGIO DELL’ANALISTA

ESSERCI O NON ESSERCI QUESTO E’ IL PROBLEMA

“Il cor­ag­gio, nel con­testo del­la relazione ana­lit­i­ca, non è tan­to una qual­ità del­lo psi­coanal­ista come per­sona nel sen­so di asset­to val­o­ri­ale che lo carat­ter­iz­za, ma rap­p­re­sen­ta una qual­ità del cam­po in un pre­ciso momen­to del suo far­si e del suo svilup­par­si in ter­mi­ni di accresci­u­ta capac­ità rielab­o­ra­ti­va dei protagonisti”

SEMINARIO TEORICO CLINICO

Dr. Raf­faele Dioni­gi, Psi­coter­apeu­ta, Psi­coanal­ista, Cesena

ASSOCIAZIONE ARPA VIA UBERTI 53 CESENA

9:30 ‑12:30 ; 14:30 – 17:00

 

SABATO 29 MARZO 2014

QUANDO IL CAMPO SI AMMALA

L’IMPASSE NELLA RELAZIONE ANALITICA

“L’idea che si fa stra­da è quel­la di un cam­po analiti­co che per definizione si con­no­ta come cam­po <iperß> (Fer­ro, 2006), in cui le tur­bolen­ze inevitabil­mente por­tano a malat­tie del cam­po, a impor­tan­ti rischi di inter­ruzione o morte del proces­so analiti­co. La fun­zione ana­lit­i­ca non può quin­di essere quel­la di pre­venire l’ammalarsi del cam­po, ma quel­la di portare la cop­pia ana­lit­i­ca a toller­are un cer­to gra­do di patolo­gia per sti­mo­lare il cor­po analiti­co a svilup­pare risposte ter­apeu­tiche adeguate”

(Ful­vio Maz­za­cane, L’analista e i con­tenu­ti killer, in AA.VV. Sognare l’analisi, Bol­lati Bor­inghieri, Tori­no 2007)

SEMINARIO TEORICO CLINICO

Dr.ssa. Ele­na Moli­nari, Pedi­atra, Psi­coanal­ista SPI, Pavia

ASSOCIAZIONE ARPA VIA UBERTI 53 CESENA

9:30 ‑12:30 ; 14:30 – 17:00

 

Mart­edì 21 gen­naio inizia il cor­so Teori­co-clin­i­co “La tela di Pene­lope stili di sab­o­tag­gio in psicoterapia”.

Il cor­so di 40 ore è accred­i­ta­to da salute in Armo­nia s.r.l. Provider n. 1371 per 40 cred­i­ti formativi.

 

SABATO 1 FEBBRAIO  2014

FINITEZZA E SENSO DELL’INFINITO NELL’ESPERIENZA PSICOTICA

“Lo psi­coti­co è una per­sona dis­ori­en­ta­ta, smar­ri­ta nel mondo…

Di fronte alla ten­den­za a fug­gire dal pro­prio spazio men­tale e cor­poreo ver­so altri spazi, spes­so lon­tani, il con­cet­to di cam­po oper­a­ti­vo o di cam­po dinam­i­co si allarga, si estende, si dila­ta o si moltiplica.

La fun­zione del ter­apeu­ta non è soltan­to quel­la di una tes­ti­mo­ni­an­za com­pren­si­va ma anche quel­la di parte­ci­pare attra­ver­so l’immaginazione alle “dis­trazioni” psi­cotiche, essere com­pag­ni di viag­gio fino a un cer­to pun­to, ris­er­van­dosi però la pos­si­bil­ità di ritornare, e di aiutare a ritornare i pen­sieri o fram­men­ti di pen­sieri smarriti.

Den­tro il suo estrem­is­mo ide­o­logi­co lo psi­coti­co tende a immo­bi­liz­zare il pro­prio tem­po, a par­al­iz­zare il rit­mo, il divenire degli even­ti, oppure a vagare sen­za pausa e sen­za com­pi­to appar­ente; ciò che è impor­tante è evitare la pausa, can­cel­lare la dis­tan­za fra le cose, annullare ogni spazio, nel tem­po, che rin­vii all’angoscia di separazione.

…L’angoscia psi­cot­i­ca per eccel­len­za, dal­la nasci­ta in poi, è sicu­ra­mente lega­ta alla pau­ra di venire fuori, nel mon­do, “a pezzi”.

( Salomon Resnik, Intro­duzione a  Dialoghi sul­la Psi­cosi, Bol­lati Boringhieri.Torino, 1989)

SEMINARIO TEORICO CLINICO

Dr. Lui­gi Boc­cane­gra, Psichi­a­tra, Psi­coanal­ista SPI, Venezia

ASSOCIAZIONE ARPA VIA UBERTI 53 CESENA

9:30 ‑12:30 ; 14:30 – 17:00